L’intervento di protesizzazione di ginocchio e anca sta aumentando in tutti i paesi occidentali, Italia compresa. Si giunge a questo intervento quando i trattamenti conservativi, farmacologici e fisioterapici, non danno più alcun beneficio e il dolore crea seri problemi alle funzioni quotidiane incidendo negativamente sulla qualità della vita.
Il tipo di protesi sarà scelto dal chirurgo a seconda delle caratteristiche patologiche che presenta l’articolazione.
E consigliabile arrivare all’intervento preparati con un ciclo di fisioterapia per il recupero del movimento e di ricondizionamento fisico generale.
La ricerca ci dice che affrontare un programma riabilitativo prima dell’intervento di artoprotesi può ridurre i tempi di ospedalizzazione e di riabilitazione
post-chirurgica ottenendo quindi risultati migliori in tempi ridotti.
I possibili benefici di un’educazione ed una riabilitazione pre-intervento sono:
Un miglioramento della salute generale.
-Il miglioramento della forza muscolare.
-Il mantenimento dei livelli funzionali.
-Il parziale recupero del movimento.
-Una migliore calibrazione fra le aspettative del paziente rispetto ai risultati prospettati dal chirurgo.
-Il miglioramento della qualità della vita.
Una volta eseguito l’intervento è fondamentale intraprendere immediatamente il percorso riabilitativo. In genere inizia già in ospedale per una breve durata fino alla dimissione. Per massimizzare i benefici dell’intervento il percorso riabilitativo dovrebbe durare almeno 3 mesi.
Come il paziente si è affidato ad un chirurgo esperto e di sua fiducia, la scelta del fisioterapista deve essere altrettanto scrupolosa.
Gli obiettivi della riabilitazione post-chi-rurgica sono:
• Il recupero del movimento articolare e della forza muscolare.
• La riduzione del dolore e sul lungo periodo.
• Il miglioramento delle funzionalità del ginocchio anca per migliorare la qualità della vita del paziente.
Le problematiche legate al dolore e alla funzione permangono nel 14%-36% dei soggetti.
Per il rinforzo muscolare, la cui variabile è correlata alla ripresa funzionale del ginocchio, utilizziamo pesi ed elastici per rendere la resistenza graduale e sicura.
Recentemente abbiamo introdotto un neurostimolatore I’RSQ1, che in modo innovativo, permette di attivare la muscolatura durante l’esecuzione degli esercizi.
Poiché “la potenza è nulla senza controllo” abbiamo inserito nel percorso la riabilitazione cognitiva. Durante quest’ultima il paziente impara a controllare i movimenti mentre esegue compiti cognitivo-motori via a via sempre più complessi. Anche questo servizio è unico nel nostro territorio.
Per la gestione del dolore invece utilizziamo tecniche di terapia manuale mio-fasciale e Dry-Needling.
Nella maggior parte dei casi il dolore del paziente protesizzato non è dovuto alla mobilizzazione dello stelo, ma è di origine mio-fasciale per un’altera-ta attività muscolare sia pre-esistente a causa del movimento scorretto portato avanti negli anni di artrosi, che successiva a causa dell’atto chirurgico.
Questo percorso riabilitativo è stato studiato per andare incontro alle aspettative del paziente, che, ragionevolmente, non solo vuole la rapida diminuzione del dolore ma un miglioramento funzionale significativo nelle attività quotidiane come il salire e scendere le scale, accovacciarsi, inginocchiarsi e in alcuni casi la ripresa di attività sportive amatoriali. Un corretto percorso riabilitativo permette di massimizzare i benefici dell’atto chirurgico.
I progressi del paziente verranno continuamente monitorati con test di forza, misurazioni dell’esecuzione articolare, test funzionali e con l’utilizzo della scala di valutazione WOMAC e OXFORD.
Il paziente verrà inoltre istruito ad eseguire la riabilitazione domiciliare con il supporto di adeguato materiale informativo, che dovrà essere svolta sia nel periodo di frequenza del centro sia nei mesi successivi alla dimissione.
A seconda della situazione clinica potranno essere programmate alcune sedute riabilitative di monitoraggio fino al completamento dell’iter riabilitativo.
In tutti i casi verranno programmati due controlli dopo le dimissioni, uno a sei mesi e l’ultimo ad un anno per accertarsi del risultato finale dell’intervento e del mantenimento degli obiettivi raggiunti.